Serve la partita iva per lavorare online?

Serve la partita iva per lavorare online
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Come aprire la partita iva per lavorare online

Noto sempre più persone che hanno paura della parola partita iva perchè non la conoscono, quindi ho deciso di fare chiarezza.

Voglio darti tutte le informazioni per farti capire quanto sia uno strumento utile ma anche un’opportunità.

E’ necessaria la partita iva per lavorare online?

Questa è la domanda che tutti mi rivolgono.

La risposta è no perchè ad oggi lo Stato italiano ci consente di sostituire le fatture e monetizzare la nostra attività online senza avere necessariamente fin da subito una posizione fiscale aperta.

Come? Grazie ad un documento chiamato ritenuta d’acconto attraverso cui dichiariamo alla Stato quanto incassiamo.

Ovviamente però un importo va versato in tasse.

La ritenuta d’acconto, anche detta prestazione occasionale, ha comunque dei vincoli:

  • deve essere una prestazione occasionale, quindi non si può lavorare in maniera continuativa con la stessa attività o azienda;
  • il versamento delle tasse è pari al 20%; se incassiamo 100 Euro ce ne rimarranno 80.
  • non si può superare una soglia massima annua di 5000 Euro.

Raggiunti i 5000 si può continuare a lavorare in prestazione occasionale ma tutte le ritenute d’acconto che verranno fatte successivamente avranno un’imposta da pagare del 25%, invece che 20%.

Perciò come puoi capire ad un certo punto non è più conveniente.

Il regime forfettario

L’alternativa allora è il regime forfettario perchè è una tipologia di partita iva per lavorare online con varie agevolazioni fiscali.

Inanzitutto il costo di mantenimento qui è molto basso in quanto la contabilità è semplice.

Il secondo vantaggio è che si paga solamente il 5% di tasse per i primi 5 anni e poi il 15%.

Le tasse saranno pagate non sul totale del fatturato ma sul fatturato moltiplicato per il coefficiente di redditività.

Questo coefficiente è una percentuale che varia a seconda del proprio codice ateco, ovvero il proprio posizionamento fiscale (ad ogni codice ateco corrisponde una tipologia di attività differente).

Ed inoltre i contributi INPS, che servono per accantonare la nostra pensione futura, andranno pagati a base annua sempre in percentuale sulla base imponibile.

L’INPS corrisponde al 26,23% della base imponibile. Per capire meglio ti invito a guardare l’esempio pratico che spiego qui a partire dal minuto 4:20 circa.

Lo Stato inoltre ci chiede anche di contribuire in maniera anticipata le tasse (il 100% delle tasse pagate quest’anno) e la quota INPS per l’anno successivo (l’80% dei contributi pagati nell’anno corrente).

Una cosa da sapere è che il regime forfettario copre fino ad un massimo di 65.000 Euro annui. Dopodiché si entra nel regime ordinario dove la tassazione è al 15%.

All’inizio non è facile gestire la propria p.iva e capisco che tutti questi calcoli possano fare venire il mal di testa. E’ successo anche a me.

Riflessioni conclusive

Quando si parla di partita iva per lavorare online il mio consiglio è sempre quello di affidarsi a professionisti del settore ed io ho scelto Fiscozen.

Fiscozen è un servizio per la gestione online della partita iva che ti affida un consulente da poter contattare via chat, telefonicamente o via email quando vorrai.

Inoltre avrai a disposizione una dashboard da cui poter emettere le fatture anche elettroniche, monitorare le tasse in tempo reale e la dichiarazione dei redditi è gratuita.

Per essere ancora più chiara in questo video (dal minuto 8:00 circa) ti mostro dal mio pc cosa vedrai e come funziona la piattaforma.

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